Brevetti: ratifica ed esecuzione accordo tribunale unificato brevetti, Bruxelles 2013

gfl_cdd_brevetti-copiaMercoledì 14 settembre 2016, Camera dei Deputati.

Dichiarazione di voto su:
Ratifica ed esecuzione dell’Accordo su un tribunale unificato dei brevetti, con Allegati, fatto a Bruxelles il 19 febbraio 2013 (C. 3867-A).

 

 

>>> In allegato PDF il dossier della Camera dei Deputati sul tribunale unificato dei brevetti.

 

Signor Presidente, Rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi,

l’Accordo  su un tribunale unificato dei brevetti, la cui ratifica e’ oggi all’esame della Camera, è stato sottoscritto a Bruxelles il 19 febbraio 2013,  e rappresenta uno dei risultati del lungo negoziato svoltosi nell’ambito dell’Unione europea (UE) per realizzare una protezione brevettuale europea uniforme,  della cui necessità si è’ iniziato a discutere sin dagli anni 70.

Già il 4 dicembre 2009, con le “Conclusioni su un sistema migliorato dei brevetti in Europa” il Consiglio aveva confermato l’intenzione di creare un sistema a  due pilastri  fondato da  una parte  sulla  creazione  di  un  brevetto della Unione europea e dall’ altra sull’ istituzione di una  giurisdizione  integrata, specializzata e unificata per le controversie connesse ai brevetti.

Il 17 dicembre 2012 sono stati adottati il Regolamento n. 1257/2012, relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata per l’istituzione di una tutela brevettuale unitaria, e il Regolamento n. 1260/2012, relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata nello stesso settore  con riferimento al regime di traduzione applicabile.

Quindi, il 19 febbraio 2013, 25 Stati membri (tutti tranne Polonia e Spagna,) hanno sottoscritto  l’Accordo su un Tribunale unificato dei brevetti, oggi in esame.

L’Italia, pur firmando l’accordo, ha fatto ricorso alla Commissione di Giustizia della UE avverso la cooperazione rafforzata ed il relativo regime linguistico, non ottenendo però dalla stessa Corte una sentenza soddisfacente.

Nel 2015,  il Governo ha però ritenuto opportuno rivedere la sua posizione, sia in riferimento agli interessi nazionali che sulla spinta  anche  una serie provvedimenti di indirizzo adottati negli anni precedenti in sede parlamentare, provvedimenti che impegnavano il Governo ad aderire alla cooperazione rafforzata per il brevetto unitario dell’Unione europea, promuovendo e tutelando contestualmente il multilinguismo .

Veniva infatti sottolineato in tali provvedimenti che le imprese italiane, non avendo la possibilità di avvalersi del sistema di brevetto unitario, potevano accedere solo ad una protezione “nazionale” in Italia ed in ciascuno dei Paesi membri, con costi a carico delle imprese stimati in oltre 9 milioni di euro l’anno.

Venivano altresì richiamate analisi di impatto della Commissione europea, secondo cui un brevetto valido nei 28 Stati membri costa circa 36.000 euro, di cui 23.000 di sole traduzioni; l’avvio del brevetto unitario, sulla base di un’analisi dell’EPO (European Patent Office) avrebbe invece portato ad un risparmio di circa il 70 per cento dei costi richiesti per la validazione di un brevetto per 20 anni nei 25 Paesi aderenti al progetto.

Rimanere ai margini del nuovo sistema brevettuale al quale partecipano 25 Stati membri avrebbe precluso all’Italia la possibilità di influenzarne gli sviluppi ma soprattutto avrebbe fortemente penalizzato le imprese italiane e ridotto l’attrattività del nostro Paese presso gli investitori esteri.

Con il nuovo sistema, infatti, sarebbe stato possibile registrare un Brevetto unitario presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti , ottenendo quindi una protezione in tutta l’Unione europea, con il vantaggio per le imprese di depositare , tramite un’unica procedura, un titolo di proprietà intellettuale valido in tutti i Paesi membri , con evidenti e rilevanti risparmi di costi.

Sulla base di queste considerazioni, quindi, nel luglio del 2015 veniva notificato al Consiglio dell’unione europea l’intenzione italiana di aderire alla cooperazione rafforzata.

Il disegno di legge di ratifica dell’Accordo firmato il 19 febbraio 2013, che oggi approviamo, consentirà all’Italia di partecipare pienamente al sistema di protezione brevettuale unitario europeo, superando la frammentazione del mercato europeo dei brevetti e le difficolta che inventori ed imprese, soprattutto quelle medio-piccole, oggi incontrano nel dare esecuzione ai propri brevetti e nella difesa degli stessi.

Scelta Civica per l’Italia dichiara il proprio voto favorevole sul provvedimento.