Mercoledì 4 Novembre 2015, Camera dei Deputati.
Dichiarazione di voto finale – A.C. 3340-A:
Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2015, n. 154, recante disposizioni urgenti in materia economico-sociale (C. 3340-A).
Testo del mio intervento:
Signor/signora Presidente, Signori del Governo, Onorevoli Colleghi,
Il disegno di legge 154, la cui conversione è all’esame dell’Aula, reca alcune disposizioni urgenti in due settori strategici per il Paese, la scuola e l’impresa, oltre che alcune norme volte a sostenere da un punto di vista finanziario i territori colpiti da eventi meteorologici di eccezionale gravità nel 2015 .
Il primo articolo del decreto intende favorire la prosecuzione degli interventi del Piano straordinario per il ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici, denominato ” Scuole belle” .
Il tema della scuola e dell’istruzione e’ da sempre prioritario nell’ambito dell’azione di questo governo: a luglio è stato approvato il disegno di legge di riforma della scuola, che abbiamo voluto chiamare ” La buona scuola”, che incide in maniera sostanziale sull’offerta formativa del nostro Paese, con una serie di provvedimenti che cambieranno la vita ad insegnanti, studenti e famiglie, prevedendo un’offerta formativa più ricca, ampia ed orientata al futuro per gli studenti, la valorizzazione, la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti, un piano di assunzione di 100.000 unità e molto altro.
Ma la Buona Scuola risulterebbe un progetto incompleto se non fosse accompagnato da una forte azione finalizzata a ripristinare e migliorare la sicurezza, la funzionalità ed il decoro degli edifici scolastici. Una necessità urgente ed indifferibile per il nostro Paese, come già il Presidente Renzi ebbe modo di sottolineare nel suo discorso di insediamento alle Camere nel febbraio del 2014 .
Proprio in quest’ottica e’ stato presentato nel luglio dello scorso anno un piano complessivo di edilizia scolastica, che si muove lungo tre direttrici fondamentali : la costruzione e la manutenzione straordinaria, la messa in sicurezza ed gli interventi di piccola manutenzione oggetto del gia’ citato progetto Scuole belle.
Un progetto che prevede un finanziamento complessivo di 450 milioni di euro per il periodo intercorrente fra luglio 2014 e marzo 2016 e che ad oggi ha già visto uno stanziamento di complessivi 280 milioni, di cui 150 per il 2014 e 130 per il 2015.
Stanziamenti che hanno già prodotto risultati tangibili : 7.235 interventi effettuati nel 2014, quasi 5.300 nel primo semestre del 2015 ed altrettanti previsti entro il primo trimestre del 2016.
Proprio per raggiungere questo ambizioso obiettivo, vengono stanziati con questo decreto legge ulteriori 110 milioni di euro, un’ azione che Scelta Civica condivide e che accoglie con grande favore, nella convinzione che gli oltre 40.000 ambienti di apprendimento, dove studiano e lavorano circa 9 milioni di persone fra studenti e personale, non possano non essere sicuri e adeguati alla funzione didattica che in quei luoghi quotidianamente si svolge .
Nel corso dell’esame in Commissione e’ stato poi inserito nel decreto l’art.1 bis, che detta disposizioni al fine di garantire, con grande buon senso, la continuità dell’attività di titolari di ammortizzatori sociali in lavori socialmente utili presso le amministrazioni pubbliche .
La possibilità di utilizzare tali lavoratori, infatti, continuerà ad applicarsi ai progetti iniziati prima dell’adozione della convenzione quadro .
Il dispositivo di cui all’art.2 incide invece su un altro settore strategico per il Paese, il settore dell’ impresa, ed in particolare sulle norme che riguardano l’amministrazione straordinaria di impresa di cui al decreto legislativo n. 270 del 1999.
Come noto, la procedura di amministrazione straordinaria – a cui vengono ammesse grandi imprese che , se pur dichiarate insolventi, presentano concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico finanziario – prevede due procedure alternative, che presuppongono tempi diversi di attuazione :
– un anno, se la procedura prevede la cessione di complessi aziendali
– due anni, in caso di azioni finalizzate alla ristrutturazione economico finanziaria.
Nel caso in cui al termine dei suddetti periodi il programma risulti non concluso, il tribunale dispone la trasformazione della procedura in fallimento, consentendo però in caso di previsione della cessione di beni aziendali, una proroga di tre mesi – previo nullaosta del MISE – quando risultino in corso iniziative di “imminente definizione ” .
Sulla base di quanto previsto dall’art.2 del decreto in fase di conversione, il programma di cessione dei complessi aziendali può essere ulteriormente prorogato per una sola volta per un periodo non superiore a 12 mesi nel caso in cui venga accertato, sulla base di una specifica relazione predisposta dal commissario liquidatore ed approvata dal comitato di sorveglianza, che l’attuazione del programma richiede la continuazione dell’attività dell’impresa e che tale fatto non arreca pregiudizio ai creditori.
Una norma che condividiamo e sosteniamo, partendo dalla considerazione di base che in una fase economica difficile e particolare come quella che stiamo vivendo, un programma di cessione di complessi aziendali strutturati e dalle molteplici sfaccettature possa ragionevolmente richiedere tempi superiori ai 12 mesi.
Si evita perciò in questo modo l’automatica conversione di una procedura di amministrazione controllata in fallimento, andando perciò ad enfatizzare la natura della stessa procedura, cioè la conservazione del patrimonio produttivo attraverso la prosecuzione, riattivazione o riconversione delle attività imprenditoriali , la cui rilevanza risulta sostanziale sia sotto il profilo della produzione che della conservazione dei livelli occupazionali .
Una norma che, riteniamo, può alla fine favorire non solo l’interesse pubblico legato al salvataggio di un complesso aziendale ed al mantenimento dell’occupazione, ma anche i creditori, considerato che la proroga risulta preclusa nel momento in cui la prosecuzione del programma di cessione del complesso aziendale possa risultare pregiudizievole per gli stessi .
Da ultimo, ma non certo per importanza, l’articolo tre del decreto in esame prevede una serie di misure finanziarie a favore dei territori delle province di Parma e Piacenza colpite da eventi meteorologici di eccezionale gravità nelle giornate del 13 e 14 settembre 2015.
In particolare viene approvata a favore dei Comuni per i quali il 25 settembre il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza una riduzione dell’obiettivo del patto di stabilità interno per l’anno 2015 di complessivi 14,2 milioni di euro, da ripartirsi per un importo massimo di 4 milioni di euro a favore della provincia di Parma, di 6,5 milioni di euro per la provincia di Piacenza e di 3,7 milioni di euro per i Comuni colpiti dall’evento.
Nel corso dell’esame in Commissione e’stato poi ampliato il principio del sostegno ai Comuni colpiti nel 2015 da calamità naturali, che possono ora escludere dal patto le relative spese se sostenute con utilizzo dell’avanzo di amministrazione e con ricorso al debito.
La riduzione degli obiettivi e’ posta a valere sugli spazi messi a disposizione dalla cosiddetta premialita,’ a favore degli enti locali che rispettano i vincoli imposti dal.patto di stabilità e i tempi di pagamento dei debiti commerciali, nei limiti degli spazi residuali a disposizione alla data del 24 settembre 2015 .
Anche in questo caso concordiamo con la proposta del Governo: si tratta di un aiuto concreto, per quanto quantitativamente modesto e meritevole di essere integrato anche in altre forme, ai territori delle province di Parma e Piacenza duramente colpite, come già i comuni di Dolo, Pianiga e Mira qualche mese prima, da violenti eventi meteorologici.
Per concludere, un decreto legge che detta disposizioni rilevanti nei settori strategici della scuola, finanziando un’ulteriore tranche del programma scuole belle, delle grandi aziende in crisi, sostenendo i processi di mantenimento dell’attività produttiva e dei livelli occupazionali, e che prevedono doverose misure di sostegno finanziario per i territori colpiti da calamità naturali.
Scelta Civica esprimerà voto favorevole alla conversione del decreto.