”Non sul provvedimento odierno, sul quale come ha dichiarato in aula il mio collega Domenico Rossi voteremo a favore, ma piu’ in generale sulle politiche militari il ministro Mauro sta sbagliando, non interpretando il proprio ruolo di ministro della Difesa in modo piu’ rispondente alla visione di fondo del partito per il quale siamo stati eletti”. Lo afferma il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi. ”Sulla abnorme spesa di 22 miliardi per la digitalizzazione degli apparati militari, rispetto alla quale persino il piano d’acquisto degli F35 appare una briciola – sottolinea Librandi – Mauro dovrebbe intervenire subito per ridurre gli investimenti ad importi piu’ consoni agli equilibrio di bilancio e a principi di efficienza. Se solo spostassimo il 20% di quella spesa alla costruzione della banda larga di ultima generazione, per fare un esempio, ridurremmo sensibilmente il divario delle reti italiane rispetto agli altri grandi paesi europei. La proposta di uno ‘scivolo d’oro dei militari’ prevista nella bozza di un decreto legislativo firmato dal ministro della Difesa, inoltre – aggiunge il deputato di Scelta Civica – sconfessa lo spirito della riforma degli organici militari predisposta dal governo Monti con la legge delega. Anche nell’interesse stesso delle Forze Armate, di fronte ad un’opinione pubblica cui abbiamo chiesto molti sacrifici negli anni, quella misura va profondamente cambiata. Bisogna certamente ridurre gli organici, ricorrendo agli istituti dello spostamento ad altra amministrazione e dell’esenzione dal servizio, ma a nessuno possiamo regalare 10 anni di lavoro all’85% dello stipendio, cumulabilita’ dei redditi e contributi previdenziali figurativi. Questa crisi sta durando piu’ a lungo della Seconda Guerra Mondiale ed e’ bene che tutti i comparti pubblici siano chiamati al rigore e a misure razionali ed eque. Forse Mario Mauro, intento alla tessitura di nuove alleanze politiche e alla ricerca di consensi – conclude Librandi – rischia di dimenticare di essere arrivato al Governo come ministro montiano e riformatore”.
Dichiarazione apparsa sul sito dell’ASCA.