Dl Dignità: nasce vecchio

(DIRE) – Roma, 31 lug 2018

“Il decreto dignità nasce vecchio, è frutto di una concezione superata del mercato del lavoro, ancora diviso in lavoro stabile e non stabile. Nel mondo di oggi, anziché pensare a mettere vincoli sulle causali e ad aumentare il costo del lavoro a danno delle aziende, occorrono misure innovative che aumentino i salari, che facciano partecipare il lavoratore agli utili e a guadagni di produttività dell’automazione, che riducano a 6 ore al giorno l’orario di lavoro senza danni per la produttività e a parità di retribuzione, che in prospettiva consentano di andare in pensione quando si vuole ma solo sulla base di quanto si è contribuito”. Lo dichiara Gianfranco Librandi del Partito Democratico. “Il DL Dignità è invece punitivo, è ispirato a una visione fatta di decrescita, deindustrializzazione, chiusura, la stessa che anima Di Maio quando vuole chiudere Ilva, fermare la Tav e la Tap e chissà in futuro quante altre cose. È un approccio di paura verso le novità e la complessità tipico di chi nella vita non ha mai dovuto rischiare e assumersi vere responsabilià'”, conclude Librandi.

 

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