(AdnKronos) – Roma, 27 dic 2014
“Nella bozza del decreto legislativo sulla riforma del lavoro, si notano soprattutto due cose. Anzitutto la volontà del premier di portare a casa il risultato: a Renzi va riconosciuto di aver saputo affrontare e vincere le resistenza di ampi settori del Pd e di alcuni sindacati, che con la loro mentalità passatista remano da sempre contro il Jobs Act e la scelta di ampliare la libertà e l’efficienza nel mondo del lavoro”. Lo afferma il deputato di Scelta civica Gianfranco Librandi.
“La seconda cosa da sottolineare -aggiunge- è però la timidezza di alcuni punti della bozza, che evidentemente risentono del tentativo di annacquarne la portata. Ci sono elementi che meritano miglioramenti per il testo finale, come la cosiddetta conciliazione standard che può essere snellita. E ci sono aspetti che debbono assolutamente essere inseriti, pena un’eccessiva incertezza giurisprudenziale, come l’esplicita esclusione delle piccole imprese sotto i 15 dipendenti dalla reintegra nel posto di lavoro”.
“Infine, credo proprio che le forze di maggioranza diverse da Pd, con cultura innovatrice, dovrebbero a gran voce chiedere la previsione di un meccanismo di opting out rispetto alla reintegra anche a favore del datore di lavoro, come accade in tutti i paesi avanzati”, conclude Librandi.