Lista emendamenti presentati in materia DL IMU, IVA e di finanziamento delle politiche per l’accesso alla locazione

Ecco gli emendamenti che ho presentato, al Decreto IMU, in tema di mantenimento dell’IMU prima casa per i titolari di reddito medio-alti, differimento dell’aumento IVA e di finanziamento delle politiche per l’accesso alla locazione, in particolare per i giovani.

 

EMENDAMENTO 1

(MANTENIMENTO IMU PRIMA CASA PER TITOLARI REDDITI MEDIO-ALTI E DIFFERIMENTO AUMENTO IVA AL 1° GENNAIO 2014)

MOTIVAZIONE

Si finanzia un ulteriore differimento dell’aumento dell’IVA al 22 per cento (in attesa di un provvedimento definitivo che scongiuri la cosa) con il mantenimento dell’IMU prima casa per i titolari di redditi Irpef superiori ai 55mila euro, che rappresentano circa il 13% del totale.

 

All’articolo 1, al comma 1, sono aggiunte in fondo le seguenti parole: “fatta eccezione per gli immobili di proprietà di titolari di un reddito Irpef superiore a 55mila euro”.

Conseguentemente, è è aggiunto il seguente comma:

2. Al comma 1-ter dell’articolo 40 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, come modificato dalla legge 9 agosto 2013, n. 99, le parole «1° ottobre 2013» sono sostituite dalle seguenti «1° gennaio 2014». Alla copertura finanziaria della disposizione del presente comma si provvede mediante il maggior gettito derivante dal contributo straordinario di cui al comma 1.

Conseguentemente, la rubrica dell’articolo 1 è così modificata: “(Abolizione della prima rata dell’IMU 2013 per gli immobili oggetto della sospensione con decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54 e differimento dei termini per l’aumento dell’aliquota ordinaria dell’imposta sul valore aggiunto)”.

 

 

EMENDAMENTO 2

(CONTRIBUTO STRAORDINARIO 2013 A CARICO TITOLARI DI IMMOBILI CON REDDITO MEDIO-ALTO PER FINANZIARE POLITICHE PER L’ACCESSO ALLA LOCAZIONE)

 

MOTIVAZIONE

L’agevolazione del mercato delle locazioni, in particolari per i giovani lavoratori, è una misura di equità fondamentale per aumentare la mobilità del lavoro intra-regionale (un fattore di contrasto della crisi e di promozione di maggiore dinamismo nel mercato del lavoro italiano) e per ridurre la precarietà delle scelte di vita dei lavoratori atipici.

A tal fine, l’emendamento propone l’istituzione di un contributo straordinario – pari al 10% della prima rata dell’IMU sulla prima casa, abolita dal decreto – a carico dei contribuenti più abbienti, quelli con un reddito Irpef superiore ai 55mila euro (si tratta circa del 13% dei versamenti IMU prima casa del 2012, una minoranza). Le risorse reperite sono destinate al fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione. In particolare, poi, i due terzi della nuova dotazione (40 milioni) sarebbero destinati proprio agli under 35 titolari di un contratto di lavoro atipico.

 

All’articolo 1, dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:

1-bis. Per gli immobili destinati ad abitazione principale e relative pertinenze di proprietà di titolari di reddito Irpef superiore ai 55mila euro, è istituito per l’anno in corso un contributo straordinario, pari al dieci per cento della prima rata dell’imposta dovuta per il 2013, da versarsi contestualmente al pagamento della seconda rata dell’imposta relativa all’anno 2013. Le maggiori entrate determinate dal presente comma sono destinate al Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione, istituito dalla legge 9 dicembre 1998, n.43. In deroga alla disciplina del suddetto Fondo, i due terzi delle risorse derivanti dal presente articolo sono destinate ai giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico di cui all’articolo 1 della legge 28 giugno 2012, n. 92.

 

 

EMENDAMENTO 3 (PER I GIOVANI, PROMOZIONE ACCESSO ALLA LOCAZIONE E NON ACQUISTO PRIMA CASA)

 

MOTIVAZIONE

L’emendamento propone di spostare i 30 milioni di euro che il decreto mette a disposizione per il sostegno all’acquisto della prima casa da parte dei lavoratori precari sotto i 35 anni verso il Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle locazioni, il quale arriverebbe così a 60 milioni all’anno per ciascuno degli anni 2014 e 2014. In particolare, poi, i due terzi della nuova dotazione (40 milioni) sarebbero destinati proprio agli under 35 titolari di un contratto di lavoro atipico.

Nel caso di una politica statale a favore dei giovani, infatti, la scelta tra sostegno all’affitto e sostegno alla proprietà non può rispondere a opzioni ideologiche, ma deve ispirarsi a valutazioni di efficacia e considerare lo specifico contesto di finanza pubblica. Un programma il cui obiettivo fosse quello di aiutare i giovani nell’acquisto di un alloggio è condizionato alla disponibilità di un ammontare di risorse sufficienti per concedere un contributo unitario effettivamente incentivante, oscillante cioè tra il 20 e il 30 per cento del prezzo dell’abitazione. Con un prezzo medio della abitazioni di 200mila euro (importo da considerare per difetto nelle città medie e grandi), per aiutare 100mila giovani occorrono tra i 4 e i 6 miliardi di euro. Cifre difficili da trovare nel bilancio dello Stato.
L’ammontare di risorse necessarie è più contenuto nel caso dell’erogazione di un contributo per il pagamento dell’affitto. Con un importo medio dell’aiuto di 2mila euro, per ogni 100mila contratti d’affitto occorrerebbero 200 milioni di euro all’anno: un “accompagnamento” all’autonomia abitativa per cinque anni costerebbe 1 miliardo di euro. E’ a queste cifre che, in prospettiva, bisognerebbe tendere.
Nella scelta del titolo di godimento da incentivare, oltre al fabbisogno finanziario, non dovrebbe essere trascurata la componente legata all’equità: una politica di sostegno al canone aiuta soprattutto i giovani economicamente meno forti appartenenti a famiglie non in grado di contribuire al pagamento del prezzo delle abitazioni o delle rate dei mutui.
Nel contesto economico di questo nostro momento, non andrebbe, forse, trascurata neanche un’altra considerazione: i contribuiti per l’affitto è molto probabile alimentino la mobilità (incentivando i giovani a cercare occupazione dove questa si trova, anziché restare legati al proprio territorio d’origine, anche quando questo non offre opportunità di lavoro) e i consumi, mentre i giovani che acquistano una casa devono avere un’elevata propensione al risparmio.

 

Alll’articolo 6, i commi 3 e 4 sono sostituiti dal seguente.

  1. Al Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione, istituito dalla legge 9 dicembre 1998, n. 431 “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo” è assegnata una dotazione di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. In deroga alla disciplina relativa al Fondo, i due terzi delle risorse del Fondo sono destinati ai giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico di cui all’articolo 1 della legge 28 giugno 2012, n. 92.