Perché ho presentato l’emendamento alla Legge di Stabilità 2016 per il bonus fiscale da 15 milioni per videosorveglianza e vigilanza

Articolo pubblicato da securindex.com. (Formato .pdf dell’intervista)

a colloquio con l’on. Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica
a cura di Raffaello Juvara

Martedì 22 dicembre 2015 il Senato ha approvato, con 162 voti favorevoli e 125 contrari, il disegno di Legge di Stabilità 2016 (A.S. 2111-B) nel testo licenziato dalla Camera, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. E’ stato quindi approvato anche l’emendamento proposto dal relatore on. Gianfranco Librandi di Scelta Civica al comma 982 che “istituisce per l’anno 2016 un credito d’imposta per 15 milioni a favore delle persone fisiche che, al di fuori della loro attività di lavoro autonomo, installano sistemi di videosorveglianza digitale ovvero stipulano contratti con istituti di vigilanza per la prevenzione di attività criminali”. Un successivo decreto ministeriale definirà le modalità applicative della norma.

Abbiamo intervistato l’on. Librandi, per chiedergli quali siano state le motivazioni che lo hanno spinto a presentare questo emendamento e quali siano le prospettive di coinvolgimento delle categorie che compongono il settore della sicurezza interessate dal provvedimento rispetto alla definizione del decreto attuativo ma, soprattutto, rispetto a un possibile dialogo con il Governo per affrontare in modo organico il tema della sicurezza partecipata. Un tema rilevante non solo sul piano dell’ordine pubblico e, come tale, di pertinenza del Ministero dell’Interno, ma anche per numerosi altri Dicasteri come Sviluppo Economico, Giustizia, Beni Culturali, Infrastrutture, solo per citarne alcuni.

 

L’emendamento che ha presentato alla Legge di Stabilità relativo al recupero fiscale per l’acquisto di sistemi di videosorveglianza e di servizi di vigilanza da parte di cittadini privati è stato interpretato dagli operatori della sicurezza privata – che in Italia, tra fornitori di tecnologie e istituti di vigilanza, occupa circa 60.000 persone con un fatturato superiore a 6 miliardi di euro – da una parte come un segnale positivo di interesse del governo per la diffusione dei sistemi di sicurezza; dall’altra come un intervento che avrà scarso effetto per l’esiguità dello stanziamento (15 milioni). Quali sono stati i presupposti alla base della presentazione dell’emendamento e alla sua definizione in questi termini?

Il principio generale alla base della presentazione del mio emendamento è stato “Italiani, per garantirvi sicurezza, non comprate la pistola ma usate il cervello”.Recenti fatti di cronaca ci hanno mostrato la propensione di molti italiani a difendersi con le armi. E’ una scelta che mi spaventa, non mi piace l’idea di trasformare il mio Paese in un Far West, dove vince chi spara per primo.

E poi gli echi delle tragedie che giungono quasi quotidianamente dagli Stati Uniti, dove secondo recenti statistiche una famiglia su tre detiene armi, dovrebbero convincerci che questa non è la via giusta da seguire.

Esistono molti altri strumenti, in primis i sistemi di videosorveglianza e di vigilanza, che ci permettono di difenderci in modo efficace e ritengo sia un dovere dello Stato promuovere la loro diffusione, anche attraverso sgravi fiscali legati al loro acquisto.

E’ proprio questa la ratio del mio emendamento.

Certo, concordo sul fatto che uno stanziamento di 15 milioni di euro sia modesto, come ho in più occasioni fatto presente al Viceministro Morando nel corso della discussione della Legge di Stabilità in Commissione Bilancio.

Ho percepito su questo tema una diffusa condivisione da parte di molti colleghi e perciò confermo in questa occasione il mio impegno a lavorare per far sì che ulteriori risorse siano destinate al finanziamento di questi sgravi; al momento ritengo comunque importante che sia stato condiviso ed approvato il concetto della necessità di sostenere economicamente l’acquisto e l’utilizzo di queste strumentazioni e servizi per la sicurezza domestica.

 

Secondo i dati elaborati da diversi osservatori, basati sui rilevamenti dell’ISTAT e del Ministero dell’Interno, negli ultimi anni la criminalità predatoria comune ha spostato sempre più l’attenzione verso gli obiettivi più indifesi, come i negozi e soprattutto le abitazioni, con conseguenze pesanti in termini di allarme sociale e di costi per la collettività. Si può pensare a un programma organico per la loro messa in sicurezza, partendo proprio da questa Legge di Stabilità?

Sì, credo che si possa ma soprattutto si debba pensare ad un programma organico, continuativo e strutturale per la messa in sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, che ha preso il via con l’approvazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità che ho proposto.

Per quanto in generale il numero dei reati in Italia tenda a diminuire, come confermano i dati recentemente pubblicati dal Ministero dell’Interno, i furti sono comunque reati che creano forte allarme sociale e preoccupazione per i cittadini, che vengono colpiti non solo nel loro patrimonio ma anche nell’intimità della loro vita privata e famigliare.

Serve un piano organico di sicurezza che promuova la diffusione capillare, anche ma non solo attraverso sgravi fiscali, di una serie di strumenti, la videosorveglianza e la vigilanza innanzitutto, ma anche ponti radio per collegamenti con le forze dell’ordine o serramenti anti sfondamento, che garantiscano sicurezza e tranquillità ai nostri cittadini.

Ed in quest’ottica ritengo sia fondamentale il contributo degli operatori della sicurezza, che con la loro esperienza possono aiutare noi politici a preparare un piano di difesa efficiente ed efficace.

Incontriamoci e lavoriamo insieme per il bene dei nostri cittadini!

 

Nel testo finale del comma 982 approvato dal Senato, la definizione delle modalità applicative della norma vengono demandate a un successivo decreto ministeriale. Considerando la complessità della materia, anche in relazione alla definizione dei requisiti tecnici degli apparati e di rispondenza alle normative vigenti dei fornitori, è prevedibile un coinvolgimento dei rappresentanti delle categorie interessate nella stesura del decreto attuativo?

Quale sarà il ministero al quale verrà demandata la definizione del decreto?

Come ho già sostenuto in precedenza, credo che in un settore delicato e particolarmente complesso da un punto di vista tecnico come quello della sicurezza risulti fondamentale che il Ministero che avrà l’incarico di definire il Regolamento attuativo possa avvalersi dell’esperienza e della competenza degli esperti del settore. La creazione di un tavolo di consultazione tecnica – di cui mi farò promotore – sarebbe certamente un forte valore aggiunto e permetterebbe l’approvazione in tempi brevi di un Regolamento operativo che darebbe il via a nuovi investimenti nel settore.

Non dobbiamo perdere tempo, i nostri cittadini non lo meritano.

 

Scarica gli emendamenti della Legge di Stabilità 2016 QUI.